Le App sono utili o sono pericolose?
PARTE I
Noi e il nostro telefonino, sempre insieme in ogni momento.
Ti sei mai chiesto se questa simbiosi tecnologica sia una buona cosa? Se effettivamente avvantaggi la società e quali siano le ripercussioni sulla nostra vita?
Gestire il tempo, le attività, la comunicazione, la salute, utilizziamo le applicazioni sul nostro telefonino per gestire ogni singolo giorno della nostra vita.
Siamo sempre connessi a milioni di persone e, in quest'era gestita dai gadget, anche la comunicazione è diventata più veloce e facile. Fondamentalmente, ovunque ci troviamo, tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sopravvivere è il nostro smartphone e una buona connessione ad internet. Il mercato è ben lontano dall'essere saturo e, a dispetto dell'aumento dei costi di realizzazioni delle applicazioni a causa della loro sempre maggior sofisticatezza, il numero di applicazioni mobile è in costante crescita.
Quindi, anche se si tratta di leggere un libro, ascoltare musica, guardare dei video o scattare delle foto, creare o modificare documenti o persino guardare la TV, trascorriamo moltissimo tempo con il nostro cellulare. Il tempo di utilizzo è addirittura aumentato di oltre il 60% dal 2020. E ora che siamo quasi alla fine del 2021, è più che mai argomento di discussione.
Ti sei mai chiesto se questa simbiosi tecnologica sia una buona cosa? Se effettivamente avvantaggi la società e quali siano le ripercussioni sulla nostra vita?
Queste sono le domande a cui cercheremo di rispondere in questo articolo.
Cominciamo quindi con gli aspetti negativi delle applicazioni
1. Perdita di tempo
Gli smartphone sono parte integrante della nostra routine quotidiana. Tuttavia sprechiamo molto tempo ad interagire con essi.
Secondo recenti studi pubblicati su siti come elitecontentmarketer.com, l'utilizzo medio dei dispositivi mobile al giorno è attualmente di 3 ore e 54 minuti. Questo significa che in una settimana trascorriamo quasi una giornata guardando il telefono, e in un anno fanno quasi due mesi!
Si tratta di tanto, tantissimo tempo. Ma come lo utilizziamo questo tempo? Spesso, purtroppo, lo utilizziamo male. Il guaio è che molto spesso usiamo il nostro telefono come passatempo, per scorrere i social network, leggere messaggi di whatsapp di cui non ci importa nulla, guardare fotografie, filmati senza importanza, giusto perché abbiamo “del tempo da perdere”.
Questa modalità di utilizzo, spesso compulsiva, ci fa parcheggiare la mente mentre ci imbottiamo il cervello di informazioni inutili e, soprattutto, assorbiamo tanta, tantissima pubblicità.
Ci esponiamo indifesi allo stesso pericolo che corriamo guardando la TV per ore facendo zapping da un canale all’altro: perdiamo tempo in un’attività che ci impigrisce mentalmente e fisicamente, potendolo impiegare per fare qualcos’altro (anche semplicemente un sano pisolino). In pratica siamo succubi dello strumento, invece di controllarlo.
Questo utilizzo indiscriminato causa ansia e stress psicologico. Fenomeni molto pericolosi soprattutto per chi è già soggetto o predisposto a queste patologie, in quanto può accentuarne i fenomeni fino a sfociare in forme di depressione.
Tutto ciò è confermato da sempre più studi sull’argomento (Sampasa-Kanyinga & Lewis, 2015, Frison & Eggermont, 2016, Marino, Gini, Vieno, & Spada, 2018, Keles, McCrae & Graelish, 2020) che mostrano un’associazione positiva significativa tra l’uso dei social media e l’aumento di problemi psicologici, soprattutto nei teenagers.
2. Dipendenza
La dipendenza, in qualsiasi forma, è un’alterazione del comportamento. Genericamente la dipendenza trasforma un’abitudine in un bisogno incontrollato e, quando ne siamo soggetti, sostanzialmente perdiamo il controllo sulla nostra vita, è questo, non è una cosa positiva.
Anche l’abitudine ad usare il telefonino quindi può diventare una dipendenza, che ha anche un nome ben preciso: Nomofobia, ovvero la paura di rimanere sconnessi dalla rete, o in senso lato, di stare lontani dal proprio dispositivo.
Questa paura, può facilmente sfociare in un vero e proprio problema mentale e, nei casi più gravi e nei soggetti più sensibili, può associarsi ad altre patologie, come ansia e depressione.
Guidati dal sito web techjury.net, abbiamo compilato un elenco abbastanza terrorizzante di statistiche in proposito:
Il proprietario medio di uno smartphone sblocca il telefono 150 volte al giorno;
Il 66% della popolazione mondiale mostra segni di nomofobia
Il 71% della popolazione mondiale dorme con accanto il proprio telefono cellulare.
L'uso dello smartphone e la depressione sono correlati.
Il 75% della popolazione USA utilizza il cellulare al bagno.
Il 20% delle persone preferirebbe restare senza scarpe per una settimana (!) piuttosto che prendersi una pausa dal telefono di una settimana.
Qui le statistiche complete: https://techjury.net/blog/smartphone-addiction-statistics/#gref
3. Distrazione
Vi capita mai? Prendiamo lo smartphone per controllare qualcosa, ad esempio un indirizzo, ed inspiegabilmente ci troviamo a postare qualcosa su un social media, o a leggere 35 messaggi di whatsapp degli amici, tre quarti dei quali sono meme ripostati (e che ci ritroviamo a ri-postare a nostra volta su altri gruppi) … Dopo 10 minuti buttati in inutili attività, per un’operazione che richiedeva 30 secondi, dobbiamo fare uno sforzo per ricordiamo che cosa volevamo fare all’inizio.
Una volta poi, messo da parte il telefono, torniamo alla vita reale e riprendiamo con difficoltà il filo dell’attività che avevamo interrotto. E questo capita molte volte al giorno, le nostre giornate sono costellate di continue pause non necessarie, che, oltre a distrarci, non ci aiutano a rilassarci, ma ci stressano ulteriormente bombardandoci di informazioni non necessarie.
La distrazione è un tratto distintivo degli utenti di smartphone. Ed è molto più evidente tra i giovani ed adolescenti nativi digitali. Tuttavia, dall’inizio della pandemia di Covid-19 e dall'intensificarsi delle misure di blocco, si è notato che questo fenomeno si è esteso anche alle altre generazioni. A dimostrazione di ciò, uno studio condotto da sproutsocial.com suggerisce che c'è stato un notevole aumento nell'uso dei social media tra la generazione X (la fascia di età 40-55) nel 2021. (qui il collegamento all'articolo, con le statistiche suddivise per singolo social media).
Un altro interessante studio, questa volta della Florida State University conferma che le notifiche dello smartphone possono compromettere la nostra concentrazione. I continui pop-up delle notifiche del telefono e delle app, hanno infatti la capacità di interrompere l'attenzione e distrarre chiunque. Ciò si traduce in una diminuzione della produttività e delle prestazioni complessive in qualsiasi attività che svolgiamo.
Quando riceviamo un pop-up di notifica da qualsiasi piattaforma di social media, siamo naturalmente portati a controllare sull'app e in modo automatico, cominceremo a guardare altre cose sulla piattaforma social, perdendo tempo e distraendoci. Questo, oltre alla perdita di tempo che comporta, può essere molto pericoloso in alcune situazioni specifiche, come ad esempio la guida, dove una semplice notifica può potenzialmente causare incidenti davvero gravi.
Non solo le notifiche ci distraggono, ma è distraente anche l’idea che possano esserci delle notifiche o delle novità ci costringe a controllare spesso il telefono. Questo è dovuto all’effetto premio dovuto al rilascio di dopamina nel nostro cervello ogni qualvolta vediamo una notifica o un like sui nostri social. Il meccanismo perverso che regola tutto ciò è mutuato dal gioco d’azzardo e dalle slot machine che è chiamato sistema di rinforzo intermittente positivo ed è spiegato molto bene in questo articolo di Wired.
Vi abbiamo spaventati? Speriamo di no, ma una sana consapevolezza, è necessaria nell’utilizzo di un oggetto così legato alla vita di tutti i giorni.
È comunque importante riconoscere che ci sono molte applicazioni che invece aiutano a mantenere la concentrazione. Ad esempio le app per la gestione del tempo e le app di calendario basate sulla produttività, insieme alle app e ai giochi per l'allenamento delle facoltà mnemoniche e di "ginnastica cerebrale" ci aiutano davvero ad essere più produttivi e concentrati, come spiegato nella PARTE II di questo articolo.
Tuttavia, ricordiamoci che per ogni applicazione utile, ce ne sono migliaia di inutili, che serviranno solo a distrarti, consumando il tuo tempo e minando la tua produttività, e che anche navigare nell’App store tra migliaia di app, suggerimenti e stories, è quasi sempre causa di distrazione. 🤯
4. Inibire la capacità di interazione
L’evoluzione dei dispositivi mobile, ha portato smartphone e smart gadget, ad essere sempre più potenti, intuitivi ed interconnessi.
Si interfacciano con sempre più servizi fisici e svolgono ruoli sempre più importanti nella vita di chiunque.
Proprio per la loro interfacciabilità diretta con i servizi (pensiamo ad esempio ad una semplice app di prenotazione), le app sono naturalmente portate a ridurre le interazioni sociali e, di conseguenza, le abilità sociali.
Come accennato nell'introduzione, i gadget intelligenti e le app hanno connesso milioni di persone in tutto il mondo. Tuttavia, tornando al periodo precedente a questa rivoluzione tecnologica, le persone si affidavano alle interazioni sociali e alle proprie abilità per fare le cose.
Paradossalmente oggi le persone sono digitalmente iperconnesse ma sempre più disconnesse dal mondo reale, ponendo tra loro e gli altri, l'intermediario del proprio telefono.
Sta diventando sempre più difficile vedere estranei che parlano tra loro in luoghi pubblici, sono sempre troppo occupate con i loro dispositivi, controllano le notifiche, inviano messaggi e immagini, o semplicemente guardano un video o leggono una notizia. Quindi, rispetto al passato, le abilità sociali umane sono diminuite drasticamente. Siamo inoltre all’alba del metaverso che prevede un concetto completamente nuovo di iterazione (digitale). Pensiamo quindi alle generazioni più giovani che oggi crescono con telefoni cellulari e applicazioni, impareranno mai a socializzare senza di essi?
Abbiamo parlato di quattro aspetti potenzialmente negativi nell’uso dei dispositivi mobile in generale e delle applicazioni in particolare.
Questi problemi psicologici, sociologici e comportamentali non sono assolutamente da sottovalutare ma, non sono intrinseci della tecnologia stessa, è nell’uso indiscriminato e ineducato che ne facciamo. Siamo esposti alla tecnologia senza alcuna rete di protezione ed impariamo dai nostri stessi errori e a nostro proprio danno, e questo non è per nulla etico, soprattutto per quelle grandi aziende che hanno fatto la loro fortuna sfruttando queste debolezze umane e trasformandole in profitto.
D'altro canto, i dispositivi e le applicazioni mobile ci offrono anche alcuni indiscussi vantaggi interessanti, ma per parlare di questo, vi invitiamo a leggere la seconda parte di questo articolo.